Per una corretta esecuzione del tiro. Questa doverosa ed necessaria ricerca coinvolge la: la biomeccanica : scienza che studia il rapporto tra le leve del nostro corpo, la muscolatura e la prestazione fisica. la propriocezione : la percezione del proprio corpo nello spazio, le sensazioni che ci invia ed il controllo di queste sensazioni finalizzate alla corretta esecuzione del tiro. la sequenza di tiro : la corretta esecuzione. Per tutti i tipi di arco, dicesi “allungo”: Allungo AMO (mm), AMO Draw Lenght (In): E' il criterio di misura dettato dalle norme AMO per cui l'allungo viene misurato dal punto di incocco al punto di perno dell'impugnatura sommando un valore costante di 44 mm( 1 3/4 di pollice). Questo criterio AMO ha sostituito quello precedente (che misurava l'allungo dal punto d'incocco al punto in cui la freccia sporge dal corpo dell'arco) giustamente contestato perchè sommava una misura che dipende dallo sbraccio dell'arciere ad un'altra che dipende dal disegno dell'arco, perdendo quindi di significato. Allungo netto (mm), True Draw Lenght/ DLPP (in): E' il criterio di misura dell'allungo che tiene conto solo dello sbraccio dell'arciere, in quanto consiste nel rilevare la distanza dal punto d'incocco al punto della freccia sovrastante il punto di perno dell'impugnatura, dove normalmente è posto il rest. Questo criterio è riconosciuto anche dalla AMO, che lo denomina con la sigla DLPP (Draw Lenght from Pivot Point). Se si è appena cominciato a tirare e si vuole semplificare la ricerca dell'allungo, si può usare una regola su base statistica così formulata: Allarga le braccia con le mani all'altezza delle spalle. Misura la distanza tra le punte delle dita medie. La misura di 71 pollici è presa come base: distanza 71 pollici = allungo 28 pollici. Per ogni pollice in più o in meno di distanza togli o aggiungi mezzo pollice dall'allungo. questa è una regola empirica, su base statistica, che può avere valore solo per chi fa un pratica saltuaria del tiro con l'arco. L'allungo per un agonista, "Olimpico" o "Compound" , è una ricerca più complessa e lunga nel tempo. Gli agonisti più preparati riescono a sentire variazioni di allungo di un millimetro e sanno che questa sensazione è importante che sia rilevata con più precisione possibile, diversamente il loro tiro non sarà efficace. Ascolta le sensazioni che i recettori muscolari inviano al cervello, se non fosse corretta te ne accorgeresti subito perchè ti irrigidiresti. Trovare l'allungo corretto da soli non è facile , sarà necessario un Tecnico che dovrà tenere conto di svariati fattori, quali: la tua biomeccanica : ognuno di noi ha un rapporto tra le leve del proprio corpo che gli permettono di eseguire dei movimenti con più o meno facilità; la mobilità articolare ci permette dei movimenti con una certa ampiezza; la lunghezza e la grandezza della mano possono facilitare o meno l'atto dell'impugnare la patelletta o lo sgancio meccanico; eventuali problemi fisici (ad esempio le conseguenze di un trauma che non consente il piegamento o la flessione completa di un arto) e... tutto quello che riguarda il nostro fisico, inteso come ossa, muscoli e il loro movimento. il tipo di arco che utilizzi : il libraggio effettivo, la sua lunghezza asse-asse, il tipo dei flettenti, l'impugnatura dell'arco; se usi un Compound: il tipo di carrucole montate e la loro sincronia, il tipo di sgancio utilizzato. la tua preparazione atletica : come è strutturato il tuo programma di allenamento e quanto ti alleni; più ti alleni con metodo più è probabile che il tuo allungo aumenti, a causa della migliorata mobilità articolare. la sequenza di tiro : se la attui o meno e come la esegui, in ogni sua fase. il corretto utilizzo della "tensione dorsale" : è la tua tecnica di tiro? Altrimenti bisogna capire quale è la tecnica che utilizzi. che tipo di patelletta o sgancio meccanico utilizzi: ci sono differenze funzionali tra i diversi tipi di patellette e sganci, e sul modo di utilizzarli al meglio.
che tipo di gare vuoi affrontare : sapere che specialità di tiro vuoi praticare ti indirizzerà verso soluzioni diverse. Lavora considerando che l’allungo corretto richiede un movimento della spalla e poi la «traslazione» del carico di libraggio sulla muscolatura della scapola che devi lavorare con il concetto di «confort» muscolare per avere sempre ripetizioni costante nel tempo. La posizione di ancoraggio sul mento è una conseguenza del movimento di carico « confort» sulla scapola e non viceversa. Forzare la chiusura scapolare oltre limite è sbagliato perchè affatica, disallinea ed è difficilmente ripetibile con precisione. In pratica carica e chiudi con la scapola e poi appoggiati sul viso, non il contrario. Devi avere pazienza, se bisogna sistemare delle cose nella tua tecnica di tiro è meglio farlo subito: immediatamente dopo un cambiamento otterrai incrementi di punti, la novità fa dei miracoli... poi questi scenderanno, perchè entrerà la volontà del controllo cosciente sul cambiamento, per poi risalire stabilmente quando il cambiamento diventa assimilato e quindi "normalità" e gestito dalla parte non cosciente del cervello. Occorre del tempo per elaborare il tuo "allungo corretto", non si può fare in una giornata, ma niente nel tiro con l'arco avviene per caso e questa ne è un'ulteriore dimostrazione. Buon tiro ...
TECNICA
allungo corretto - tecnica arcieristica
Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO